Può il biologico sfamare il mondo?

È una domanda che molti si saranno già posti, e la risposta può essere molto complessa, dato che tutto dipende da molti fattori.

Chiaramente, il comportamento alimentare del mondo è un aspetto fondamentale:

Potremmo permetterci di sprecare alimenti e a consumare grandi quantitá di prodotti animali se da oggi in poi convertissimo l’intera agricoltura mondiale al biologico?

È vero che per avere la stessa produzione dell’agricoltura convenzionale intensiva occorre coltivare, nel caso del biologico, mediamente il 20% in più di suolo.

In dettaglio, le rese medie del bio rispetto al convenzionale sono di:

  • 3% in meno per la frutta
  • 10% in meno per i semi oleosi
  • 25% in meno per i cereali e
  • 35% in meno per gli ortaggi

 

Il motivo? Il minore apporto e disponibilità di azoto e di fosforo nel suolo, ma anche il divieto di OGM e di erbicidi.

Tuttavia, la differenza di resa all’ettaro tra agricoltura biologica e non biologica si sta riducendo, soprattutto grazie ad innovazioni tecniche e alla maggiore ricerca nel campo del biologico.

Grazie alla sua capacità di assicurare la fertilità e produttivitá del terreno nel tempo, l’agricoltura bio mantiene un vantaggio per la sicurezza alimentare nel medio-lungo periodo.

Inoltre, la minore richiesta di input energetici, di acqua e di sostanze chimiche compenserebbe almeno in parte la minore resa.

Quindi, la minore resa per unità di superficie dell’agricoltura biologica sí rappresenta un elemento di debolezza rispetto alla sicurezza alimentare nel breve periodo, ma non a medio-lungo termine!

Se vuoi saperne ti più, ti consigliamo questo articolo di ISPRA.

 

Fonti: ISPRA, DOI 10.12910/EAI 2015-060; Mondaelaers et al., 2009; Tuomisto et al., 2012

Trovi l’intero regolamento europeo sul biologico qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018R0848